15 December 2021

LE SCRITTURE DI RETTIFICA

Le scritture di rettifica stornano costi e ricavi già rilevati, in quanto hanno avuto la loro manifestazione finanziaria, ma che, non essendo di competenza dell’esercizio, devono essere rinviati agli esercizi futuri.

Rientrano tra le scritture di rettifica:

  • le rimanenze finali di magazzino;
  • i risconti attivi e passivi;
  • i costi e i ricavi anticipati.

 

LE RIMANENZE FINALI DI MAGAZZINO

Quando l’impresa acquista o produce beni aventi un’utilità non pluriennale (merci, materie, semilavorati, ecc.) per impiegarli nel proprio ciclo produttivo o per la rivendita:

  • registra contestualmente un costo d’esercizio;
  • e potrebbe sostenere oneri per la loro conservazione.

Ma non tutti i beni acquistati sono immediatamente impiegati nel ciclo produttivo o vengono rivenduti in un dato periodo amministrativo, pertanto, queste rimanenze a fine esercizio in magazzino rappresentano quote di costi rinviabili agli esercizi successivi.

Le merci in rimanenza a fine esercizio possono essere valutate secondo i seguenti tre criteri più diffusi:

  • L.I.F.O (Last In First Out): le quantità acquistate o prodotte più recentemente sono le prime ad essere vendute od utilizzate in produzione; per cui restano in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote;
  • F.I.F.O. (First In First Out): le quantità acquistate o prodotte in epoca più remota sono le prime ad essere vendute od utilizzate in produzione; per cui restano in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più recenti;
  • COSTO MEDIO PONDERATO: il costo di ciascun bene in rimanenza è pari alla media ponderata del costo degli analoghi beni presenti in magazzino all’inizio dell’esercizio e del costo degli analoghi beni acquistati o prodotti durante l’esercizio.

Vige il principio di costanza nel metodo, quindi, quest’ultimo potrà essere cambiato soltanto in casi eccezionali che dovranno essere debitamente illustrati.

Valutando e iscrivendo le rimanenze finali di magazzino, si sottraggono dal Conto Economico i costi relativi alle merci invendute, che si correleranno ai ricavi dell’anno in cui saranno cedute.

Nel Conto economico troviamo le rimanenze in:

  1. Valore della produzione: raccoglie le giacenze che rappresentano una combinazione produttiva;
  2. Costi della produzione: raccoglie le rimanenze che rappresentano fattori produttivi necessari per attivare il ciclo economico di vendita.

La rilevazione delle rimanenze deve avvenire “per variazioni” secondo le seguenti regole:

  1. Valore della produzione:
    • RIMANENZE FINALI > ESISTENZE INIZIALI = VARIAZIONE POSITIVA
    • RIMANENZE FINALI < ESISTENZE INIZIALI = VARIAZIONE NEGATIVA
  2. Costi della produzione:
    • RIMANENZE FINALI < ESISTENZE INIZIALI = VARIAZIONE POSITIVA
    • RIMANENZE FINALI > ESISTENZE INIZIALI = VARIAZIONE NEGATIVA

Le aziende di tipo industriale avranno le rimanenze sia nell’area A) che nella B), mentre quelle commerciali utilizzeranno solo l’area B) del Conto Economico.

ESEMPIO

Si ipotizza che, al termine dell’esercizio, le merci in rimanenza, ammontano a € 9.000,00.

La scrittura di assestamento sarà la seguente:

31/12    |   MERCI C/RIMANENZE FINALI   |   a   |   VARIAZIONE RIMANENZE DI MERCI   |   €9.000,00

 

I RISCONTI ATTIVI E PASSIVI

I risconti attivi e passivi sono quote di costi o di ricavi già pagati o riscossi nell’esercizio di chiusura, ma la cui competenza è parte di quelli successivi.

In particolare, i risconti attivi sono quote di costi già registrati nell’esercizio, ma parte di essi è di competenza di esercizi successivi.

ESEMPIO

Viene pagata, in data 01/09/n, una rata semestrale anticipata di € 12.000,00 relativa ad un fitto passivo.

I mesi di competenza di dell’esercizio n sono 4 (settembre, ottobre, novembre e dicembre), mentre gli altri 2 (gennaio e febbraio), essedo già stati pagati dovranno essere rinviati al futuro registrando un risconto attivo, il quale andrà a stornare la quota di costo relativa al mese di gennaio e febbraio, rinviandola all’esercizio successivo n+1:

31/12    |   RISCONTO ATTIVO   |   a   |   FITTI PASSIVI   |   €4.000,00

In questo modo i fitti passivi che concorreranno all’esercizio in corso sono € 8.000,00 (=12.000-4.000).

Mentre i risconti passivi rappresentano quote di ricavi già registrati nell’esercizio in corso, ma non del tutto di competenza, pertanto dovranno essere rinviati al futuro.

ESEMPIO

Viene incassata, in data 01/09/n, una rata semestrale anticipata di € 12.000,00 relativa ad un fitto attivo.

I mesi di competenza di dell’esercizio n sono 4 (settembre, ottobre, novembre e dicembre), mentre gli altri 2 (gennaio e febbraio), essedo già stati incassati dovranno essere rinviati al futuro registrando un risconto passivo, il quale andrà a stornare la quota di ricavo relativa al mese di gennaio e febbraio, rinviandola all’esercizio successivo n+1:

31/12    |   FITTI ATTIVI   |   a   |   RISCONTI PASSIVI   |   €4.000,00

In questo modo i fitti attivi che concorreranno all’esercizio in corso sono € 8.000,00 (=12.000-4.000).

 

I COSTI E I RICAVI ANTICIPATI

I costi e i ricavi anticipati sono quote di costi o di ricavi che sono già stati rilevati contabilmente, ma non sono del tutto di competenza dell’esercizio in corso e di conseguenza vanno rinviati ai futuri esercizi.

 

La natura dei costi e ricavi anticipati è simile ai risconti, ma la differenza è che quest’ultimi vengono calcolati in funzione del tempo mentre i primi no. Pertanto, i costi e i ricavi anticipati non maturano in proporzione al tempo e la quota da sospendere e rinviare al futuro viene determinata sulla base di stime e congetture.

I costi anticipati sono quote di costi sostenuti, rilevati anticipatamente, che non hanno dato la loro utilità nell’esercizio e pertanto vengono rinviati al futuro.

I ricavi anticipati sono quote di ricavi conseguiti, rilevati anticipatamente, che non hanno dato la loro utilità nell’esercizio e pertanto vengono rinviati al futuro.

Per questi costi e ricavi, le scritture di rettifica hanno la stessa logica di contabilizzazione dei risconti attivi e passivi.

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