31 August 2022

IL CONCETTO DI “TOKEN”

Il “Token” è uno strumento digitale che consente l’incorporazione di diritti e ne permette la circolazione e la conservazione garantita in modalità crittografata. Si tratta di una rappresentazione virtuale di asset fisici, capace di rappresentare anche i diritti ad essi connessi. Il “Token” di fatto è la componente unitaria del sistema blockchain.

Esistono varie tipologie di “ToKen” suddivisibili principalmente tra:

  • “fungible” (ERC-20), standardizzati, si tratta di classi di beni intercambiabili (ex. oro, diamanti);
  • “non-fungible” (ERC-721), unici e distinguibili l’uno dall’altro, sono beni non sostituibili nella loro identità (ex. proprietà immobiliari, opere d’arte).

La classificazione dei “Token” è complessa in quanto si tratta di uno strumento estremamente flessibile che può essere utilizzato per diversi progetti con diverse applicazioni. Le classi principali (a livello legale con le proprie peculiarità) possono comunque essere individuate in:

  • PAYMENT TOKEN (ad esempio Bitcoin, Tether, Monero): token con unica funzione di pagamento – su base consensuale delle parti – che possono essere scambiati. Non sono collegati a sottostanti progetti imprenditoriali e per questo conferiscono al loro detentore il solo diritto di proprietà.
  • UTILITY TOKEN (ad esempio BAT, Filecoin): token che conferiscono ai loro detentori l’accesso ad alcuni servizi o beni (digitali e non), oltre al diritto di proprietà sul token stesso. I possessori possano usufruire in esclusiva di funzionalità all’interno di una rete o piattaforma decentralizzata ed il token diventa necessario per entrare nell’ecosistema del token ed utilizzarlo.
  • SECURITY TOKEN (ad esempio la presentazione digitale di un’azione o quota di SpA o Srl) conferiscono ai loro acquirenti diritti simili o uguali a quelli dei sottoscrittori di titoli – diritti di voto, dividendi, quote di profitto, tassi di interesse o quote di partecipazione agli utili di un’entità emittente, ecc. in termini di funzione economica; sono infatti i token più problematici dal punto di vista legale perché sono rappresentazioni di strumenti finanziari veri e propri.
  • HYBRID TOKEN accanto agli archetipi «puri», sono frequenti le ibridazioni.

Gli NFTs sono più vicini alla definizione di utility token non fungibili, in parte anche a quella di security token, e sono indivisibili (teoricamente).

I principali vantaggi della tokenizzazione possono essere riassunti in:

– Liquidità, la maggior parte degli assets tradizionali sono relativamente illiquidi e questo significa che è costoso o addirittura impossibile scambiarli. Al contrario, i token possono essere negoziati in tutto il mondo, quasi in tempo reale;

– Divisibilità, grazie ai token le barriere di accesso al mondo finanziario sono di gran lunga minori, in quanto i ticket minimi di investimento sono più bassi ed alla portata di tutti;

– Interoperabilità, che permette di creare mercati eterogenei in cui vengono incrementate le possibilità di scambio, così come le opportunità di investimento.

Le criptovalute principali (criptoassets) sono i Bitcoin legati alla Blockchain del Bitcoin e gli Ether legati alla Blockchain di Ethereum.

BITCOIN

  • Creato nel 2008 da Satoshi Nakamoto come risposta alla crisi finanziaria dei mutui sub-prime;
  • Manca la fiducia nelle istituzioni finanziarie, si crea una moneta decentralizzata;
  • Unica funzione è quella di pagamento;
  • Numero limitato ai 21 milioni;
  • Nel 2011 raggiunge la parità con il dollaro.

ETHER

  • Creato nel 2013 da Vitalik Buterin per ampliare le funzioni dei criptoassets;
  • È programmabile, tramite smart contract, si possono costruire diversi layer per le «DApps»;
  • Non ci sono limiti all’emissione di ether.

Gli Smart contract non sono contratti giuridicamente parlando, si tratta di programmi informatici che regolano potenziali transazioni automatiche, secondo criteri gestiti da un algoritmo che sono stati previamente concordati ed inseriti dalle parti. Graficamente, sono stringhe di codice (Solidity).

L’algoritmo oggi viene memorizzato ed eseguito sulla blockchain, acquistandone le sue proprietà fondamentali: l’eseguibilità costante, la crittografia, l’immutabilità e la sicurezza.

Esistono diverse tipologie di smart contracts:

  • Smart contract c.d. “puri”, in cui non vi è alcun contratto scritto dietro il codice e le intenzioni delle parti sono racchiuse unicamente nelle stringhe di numeri, seguendo la logica “If-then”;
  • Smart contract c.d. “ancillary”, in cui il codice è solo un veicolo per l’esecuzione di alcune disposizioni di un contratto tradizionale scritto, in cui si fa riferimento all’uso dello smart contract. Le informazioni vengono immesse nel sistema dagli oracleed i codici, processandole, fanno corrispondere determinate conseguenze a specifici dati che vengono inseriti. Questo rende il funzionamento degli smart contract più complesso.

Gli Smart contract sono il punto di partenza per costruire le decentralized applications o DApps.

DApps è una normale applicazione web (ex. Facebook o Youtube), dove un cliente front-end e un server di back-end, si scambiano messaggi sul protocollo http.

Con le Dapps, non c’è nessuna gestione centralizzata dei programmi. Tutto è costruito sulla blockchain, che svolge le funzioni di un server di back-end. La piattaforma blockchain che ha avuto più successo nell’implementazione di questi progetti è stata Ethereum. Il volume intorno alle DAppsè di circa 11 miliardi di dollari, con più di 1 milione di userattivi in tutto il mondo ed oltre seicento DAppsprogrammate, solo su Ethereum(https://www.dapp.com/article/q1-2020-dapp-market-report). DAO è un’organizzazione rappresentata da regole codificate come un programma per computer, che è trasparente, controllata dai token holder per il raggiungimento di un obiettivo specifico. I membri acquistano token nel DAO e possono votare in base al numero di token che hanno, per votare, i token holder sono retribuiti dalla DAO. I token vincolati, possono maturare interessi con tassi di interesse altissimi.

 

 

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