24 January 2024

ANALISI DI BILANCIO – GLI INDICI – PARTE 2

Nella prima parte dell’approfondimento sull’analisi di bilancio per indici, è stata presentata la finalità che tali indici hanno nell’interpretazione dei risultati aziendali, in che cosa consiste l’analisi di bilancio e la distinzione tra i vari indici di bilanci con rispettivo dettaglio sugli indici di reddittività.

In questa seconda parte andremo ad affrontare il tema degli indici di impiego delle attività, indici di indebitamento, indici di liquidità e indici di solidità patrimoniale.

INDICI DI IMPIEGO DELLE ATTIVITA’

Gli indici di impiego delle attività misurano l’efficienza con cui l’azienda utilizza il proprio capitale investito. Questa efficienza è quantificata attraverso gli indici di rotazione (o turnover), che confrontano i ricavi (come misuratori del volume di attività) con il capitale impiegato; misurano quante volte nel corso di un anno l’azienda è in grado di convertire un euro di capitale investito in ricavi, vale a dire la frequenza con cui l’azienda fa ruotare il proprio capitale investito.

 

  • ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO. È dato dal seguente rapporto:

 

Ricavi netti di vendita / Capitale Investito

 

Tale indice misura il numero di volte in cui il capitale investito ruota per effetto delle vendite (turnover), vale a dire il numero di volte in cui un euro di capitale investito si trasforma in ricavi nel periodo in esame. Un aumento di questo indice misura un miglioramento per l’azienda, in quanto significa che il fatturato dell’azienda aumenta immobilizzando meno denaro, gestendo quindi con più efficienza il capitale investito. La rotazione del capitale investito viene indicato in termini unitari.

 

  • ROTAZIONE DELLE ATTIVITA’ CORRENTI. È dato dal seguente rapporto:

 

Ricavi netti di vendita / Attività Correnti

 

Anch’esso viene espresso in termini unitari e indica il numero di volte in cui le attività correnti ruotano per effetto delle vendite. Fornisce, quindi, informazioni riguardanti la velocità di ritorno in forma liquida, attraverso le vendite di periodo, del capitale circolante lordo impiegato nella produzione tipica.

 

  • ROTAZIONE DELLE SCORTE. È dato dal seguente rapporto:

 

Costo dei prodotti venduti / Scorte

 

L’indicatore di rotazione delle scorte è espresso in termini unitari e riflette il numero di volte in cui le scorte si trasformano in volume di attività. Questo indicatore, noto anche come turnover delle scorte, rappresenta la velocità con cui le giacenze di magazzino vengono utilizzate e rimpiazzate nel corso di un anno. In sostanza, misura la frequenza con cui le scorte vengono rigirate o rinnovate nell’arco di un anno.

 

  • ROTAZIONE DEI CREDITI. È dato dal seguente rapporto:

 

Vendite Nette a Credito / Crediti

 

L’indicatore di rotazione dei crediti rappresenta il numero di volte in cui un euro di credito si trasforma in ricavi nel corso dell’anno. Questo indicatore riflette la frequenza con cui i crediti derivanti dall’ordinaria attività commerciale vengono mediamente rinnovati nell’esercizio. Un aumento in questo indicatore indica un miglioramento, poiché suggerisce una maggiore efficienza nell’utilizzo dei crediti per generare ricavi.

 

  • ROTAZIONE DEI DEBITI. È dato dal seguente rapporto:

 

Acquisti a Credito / Debiti

 

L’indicatore di rotazione dei debiti rappresenta il numero di volte in cui i debiti derivanti dall’ordinaria attività commerciale si rinnovano mediamente durante l’esercizio. Un miglioramento in questo indicatore si verifica quando il suo valore diminuisce. In altre parole, una diminuzione nella rotazione dei debiti suggerisce un periodo medio più lungo per saldare i debiti commerciali.

 

INDICI DI INDEBITAMENTO

Gli indici di indebitamento mirano a esaminare la struttura finanziaria di un’azienda, valutando le fonti di finanziamento utilizzate per coprire gli impieghi. Questi indici forniscono un’indicazione del rischio finanziario strutturale dell’azienda, evidenziando la proporzione del capitale investito finanziato attraverso debiti rispetto a quanto è finanziato tramite capitale proprio. È evidente che maggiore è il livello di indebitamento rispetto al capitale proprio, maggiore è il rischio finanziario associato all’azienda.

 

  • RAPPORTO DI INDEBITAMENTO (espresso direttamente). È dato dal seguente rapporto:

 

Capitale di Terzi / Capitale Netto

 

Il quoziente in questione evidenzia la relazione tra i finanziamenti ottenuti attraverso vincoli di credito e quelli ottenuti attraverso vincoli di capitale proprio. Da un punto di vista finanziario, riflette la dipendenza della gestione aziendale dall’indebitamento. Di solito, viene espresso in termini unitari, con un intervallo di variabilità che va da zero (indicando l’assenza di capitale di terzi) a uno (quando il capitale di terzi è uguale al capitale proprio) e superiore a uno (quando il capitale di terzi supera il capitale proprio).

 

 

  • RAPPORTO DI INDEBITAMENTO (espresso indirettamente). È dato dal seguente rapporto:

 

Capitale Investito / Capitale Netto

 

Il valore in questione, derivato dallo Stato patrimoniale riclassificato, viene espresso in termini unitari e varia da uno (quando non vi è capitale di terzi) a due (quando il capitale di terzi è uguale al capitale proprio) e oltre due (quando il capitale di terzi supera il capitale proprio). Un indice vicino a 1 indica un minor rischio finanziario strutturale, indicando che il capitale investito è prevalentemente finanziato con capitale netto. Se l’indice è pari a 2, significa che ci sono due euro di capitale investito per ogni euro di capitale netto, suggerendo che il 50% delle fonti di finanziamento proviene dai debiti.

 

INDICI DI LIQUIDITA’

La liquidità di un’azienda rappresenta la sua capacità di affrontare tempestivamente, in modo regolare ed economico, i propri impegni finanziari. Gli indici di liquidità sono progettati per valutare la solvibilità a breve termine dell’azienda e, di conseguenza, il suo livello di rischio finanziario a breve. Essi costituiscono quozienti di bilancio mirati a fornire valutazioni sulla situazione di liquidità operativa dell’impresa, offrendo così informazioni sulla sua capacità di far fronte agli obblighi finanziari nel breve periodo.

 

  • RAPPORTO CORRENTE DI LIQUIDITA’. È dato dal seguente rapporto:

 

Attività Correnti / Passività Correnti

 

Il rapporto in questione riflette il grado di copertura del passivo corrente attraverso il capitale circolante lordo. Di solito, viene espresso in termini unitari, con un intervallo di variabilità che va da zero (quando non vi sono attività correnti) a uno (quando le attività correnti sono equivalenti alle passività correnti) e oltre uno (quando le attività correnti superano le passività correnti). Un rapporto inferiore a 1 è generalmente interpretato negativamente. È importante notare che questo rapporto valuta il bilanciamento tra attivo corrente e passivo corrente in un momento specifico, senza considerare gli effetti di nuovi incassi da vendite e pagamenti futuri, né le frequenze di tali transazioni. Inoltre, non tiene conto di eventuali rinnovi di finanziamento da parte delle banche.

  • INDICE SECCO DI LIQUIDITA’ (acid test ratio). È dato dal seguente rapporto:

 

Liquidità immediate + Liquidità differite / Passività Correnti

 

L’indice in questione confronta le attività a breve termine al netto delle scorte con i debiti a breve termine, rappresentando il grado di copertura dei debiti a breve mediante le liquidità immediate e differite. Escludendo le scorte, il risultato ottenuto fornisce in modo prudenziale una stima degli incassi futuri certi. In sostanza, il quoziente delinea il livello di sicurezza finanziaria dell’azienda, considerando solo le attività facilmente convertibili in liquidità per coprire i debiti a breve termine.

 

INDICI DI SOLIDITA’ PATRIMONIALE

Gli indici di solidità patrimoniale forniscono valutazioni sulla composizione patrimoniale di un’azienda, mettendo in luce la configurazione complessiva degli investimenti e delle fonti di finanziamento al termine dell’esercizio contabile. Il loro obiettivo è quello di evidenziare la struttura generale degli impieghi e delle fonti di capitale presenti nel bilancio aziendale al momento della chiusura dell’esercizio.

 

  • QUOZIENTE DI COPERTURA DELLE IMMOBILIZZAZIONI. È dato dal seguente rapporto:

 

Capitale Netto + Passività Consolidate / Attivo Fisso

 

L’indice in questione mira a valutare l’equilibrio strutturale tra le fonti consolidate, come il capitale proprio e l’indebitamento a medio e lungo termine, e gli impieghi in attività immobilizzate, che includono beni materiali, immateriali e finanziari. Questa valutazione si concentra sulla parte più significativa del fabbisogno durevole di capitale derivante dalle attività a lungo termine dell’azienda.

 

  • QUOZIENTE DI COPERTURA DEL MAGAZZINO. È dato dal seguente rapporto:

 

Fonti Consolidato – Attivo Fisso / Scorte

 

L’indice esprime il grado di copertura del magazzino mediante finanziamenti con carattere di stabilità. Un valore pari a zero significa che il magazzino è interamente coperto da passività a breve termine. Un valore pari a uno significa invece che il magazzino è interamente coperto da fonti consolidate (capitale netto + passività consolidate). Il significato dei valori posti all’interno e all’esterno di questo intervallo si desume facilmente.

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