10 April 2024

CONTRATTI DERIVATI – Parte 2

Nella prima parte dell’approfondimento sui contratti derivati, sono stati introdotti gli aspetti contabili, la classificazione degli strumenti finanziari derivati, la registrazione iniziale e le valutazioni successive al momento della chiusura dell’esercizio, i derivati di copertura e l’informativa in nota integrativa e bilancio abbreviato:

  • Gli aspetti contabili stabiliscono (in base all’articolo 2426, comma 2, del Codice civile e al documento OIC 32, paragrafo 11) che un derivato è un contratto finanziario caratterizzato da tre condizioni: il suo valore è influenzato da un particolare tasso di interesse, prezzo o altro parametro;
  • Per quanto riguarda la classificazione, gli strumenti finanziari derivati rientrano tra le attività dello stato patrimoniale nel bilancio; a seconda dell’utilizzo si può classificare all’interno dell’attivo circolante (voce “C.III.5 – Strumenti finanziari derivati attivi”) o nell’attivo immobilizzato (voce “B.III.4 – Strumenti finanziari derivati attivi”). Eventuali modifiche al fair value degli strumenti finanziari derivati sono registrate nel Conto Economico nella sezione “D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie”.; nella specifica voce “D.18.d) – Rivalutazioni di strumenti finanziari derivati”;
  • La registrazione iniziale dei derivati avviene quando la società assume i relativi diritti e obblighi contrattuali. Eventuali valutazioni successive sono valutate al fair value al momento della chiusura di ciascun esercizio contabile.
  • I derivati vengono considerati di copertura quando esiste una stretta correlazione documentata tra le caratteristiche dello strumento o dell’operazione soggetti a copertura e quelli dello strumento di copertura.
  • Infine, abbiamo discusso dell’informativa in nota integrativa e bilancio abbreviato che sono disciplinati dagli artt. 2427 co. 1 n. 18 e 2427-bis c.c. e dal documento OIC 32.

 

TOBIN TAX

La Tobin tax è l’imposta sulle transazioni finanziarie, che prevede una tassazione differente a seconda dell’operazione finanziaria.

È stata introdotta dall’art. 1 co. 491 – 500 della L. 24.1.2012 n. 228, e le operazioni sui derivati sono soggette a tale regime.

A partire dal 1° luglio 2013, le operazioni relative a strumenti finanziari derivati, i cui sottostanti sono principalmente costituiti da strumenti finanziari partecipativi, sono soggette a un’imposta fissa. La misura dell’imposta è determinata in base al tipo di strumento e al valore del contratto, seguendo una tabella specifica inclusa nella legge di stabilità 2013. Questa imposta è dovuta indipendentemente dal luogo in cui avviene la transazione e dalla residenza fiscale delle parti coinvolte.

Ambito soggettivo 

L’imposta è obbligatoria per entrambe le parti coinvolte nelle operazioni. Tuttavia, la responsabilità del pagamento spetta alle banche, alle società fiduciarie, alle imprese di investimento autorizzate a fornire servizi al pubblico e ad altri soggetti che partecipano all’esecuzione delle predette operazioni, compresi gli intermediari non residenti. Se più soggetti tra quelli sopra menzionati sono coinvolti nella transazione, l’imposta è pagata da chi riceve direttamente l’ordine di esecuzione dall’acquirente o dalla controparte finale. In altri casi, il contribuente è responsabile del pagamento dell’imposta.

Esenzioni

L’imposta sui derivati non si applica nei confronti di alcuni soggetti istituzionali come l’Unione europea, la Banca Centrale Europea e le banche centrali degli stati membri dell’UE.

Inoltre, sono previste esenzioni aggiuntive per:

  • Le transazioni effettuate dai cosiddetti market makers, inclusi quelli al di fuori dell’Unione Europea. Questi soggetti forniscono supporto agli scambi e agisce per conto delle società emittenti al fine di favorire la liquidità delle azioni emesse;
  • Le operazioni relative ai fondi pensione complementari;
  • Le transazioni all’interno del medesimo gruppo aziendale e le operazioni legate a riorganizzazioni aziendali;
  • Le transazioni che coinvolgono partecipazioni detenute da società con una capitalizzazione di mercato media inferiore a 500 milioni di euro, calcolata nel mese di novembre dell’anno precedente al trasferimento di proprietà.

 

LE PRINCIPALI CATEGORIE DI PRODOTTI DERIVATI

Contratti a termine

Un contratto a termine rappresenta un’intesa stipulata tra due parti per la consegna futura di una quantità specifica di un determinato bene sottostante, che può essere un’attività finanziaria o una merce, ad un prezzo concordato (noto come prezzo di consegna) e in una data predeterminata (comunemente detta data di scadenza o maturity date).

Le variazioni nel valore del bene sottostante influenzano il profilo di rischio e rendimento di un contratto a termine, che può essere sintetizzato nel seguente modo:

Per l’acquirente del contratto, il rischio principale risiede nel potenziale deprezzamento del bene. Ciò significa che l’acquirente potrebbe essere obbligato a pagare il prezzo stabilito nel contratto, anche se il valore di mercato del bene dovesse diminuire al di sotto del prezzo concordato.

Al contrario, per il venditore del contratto, il rischio principale è rappresentato dall’apprezzamento del bene.

I principali tipi di contratti a termine includono:

  • Forward: questi contratti sono negoziati al di fuori dei mercati regolamentati.
  • Futures: questi contratti sono negoziati sui mercati regolamentati e sono caratterizzati dalla loro standardizzazione riguardo al bene sottostante, alle dimensioni, alla scadenza e alle regole di negoziazione. Di conseguenza, le parti hanno solo la possibilità di definire il prezzo al quale desiderano acquistare o vendere il bene. 

 

Swap

Lo swap è un contratto con il quale le due controparti decidono di scambiarsi somme di denaro (più comunemente la differenza tra queste ultime) in base alle specifiche del contratto stesso, specifiche che determinano la classificazione per tipologie dei contratti swap.

In base al sottostante si individuano vari tipi di swap, i più comuni sono:

  • Interest rate swap: sono contratti in cui due controparti si scambiano pagamenti periodici di interessi, calcolati su una somma di denaro, detta capitale nozionale, per un periodo di tempo predefinito pari alla durata del contratto;
  • Currency swap: sono contratti in cui due parti si scambiano il capitale e gli interessi espressi in una valuta contro capitale e interessi espressi in un’altra valuta;
  • Asset swap: sono contratti in cui due parti si scambiano pagamenti periodici liquidati in relazione ad un titolo obbligazionario (asset) detenuto da una di esse.

 

Le opzioni

Un’opzione è un contratto che conferisce il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) una specifica quantità di un bene (chiamato sottostante) ad un prezzo stabilito in anticipo (noto come prezzo di esercizio o strike price) entro una data definita (conosciuta come scadenza o maturità).  Il bene sottostante può fare riferimento ad un’attività finanziaria, una merce o un evento.

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